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Nato a Genova nel 1975, Marco Cucurnia ha iniziato ad appassionarsi al cinema scattando fotogrammi tra i cumuli di carbone del porto di Genova e seguendo con passione la commedia dal sorriso drammatico di Mario Monicelli e di Dino Risi. La sua passione lo ha portato a compiere un percorso che già all’età di diciotto anni lo ha condotto nel mondo di Mario Monicelli, lavorando con lui poi, per quasi vent’anni.
In questi anni lavoro e premi, 2006 il suo primo film SOLOMETRO lo porta al Premio Ajaccio.
Numerosi altri premi hanno sempre accompagnato il suo percorso nel mondo del cinema, dal cortometraggio d’interesse nazionale culturale LALIBI nel 2008, al premio Kodak nel 2004, il Premio del magazine Ciak al miglior corto italiano e il Primo Premio al Genova film festival 2004.
Il 5 settembre 2016 ha presentato un omaggio a Dino Risi alla Casa del Cinema di Roma. Nel 2015 il cortometraggio “NIENTE”, ha rappresentato l’Italia a Città del Messico. Tra le altre opere, Genova, Amore Mio (film documentario con Paolo Villaggio – 2004 RAI TRE), Mario Monicelli, l’artigiano di Viareggio – ritratto – 2001 RAI UNO, presentato in anteprima nella sezione cineasti del Presente al Festival di Locarno 2001.
La sua è davvero visione di un cinema differente e diretto, una visione anche tanto premiata attraverso i suoi numerosi lavori nel cinema e nella fotografia, ultimo ,nel 2021, a Los Angeles, il premio Photography Awards 2021 per l’opera fotografica “Mask of her”. E anche Best experimental award NYNG per “Café Crème avant d’entrer” Best experimental film- Five Continets international film festival Venezuela per “Zone d’attente” Best experimental film – Silk Road Film Award di Cannes 2020 per “Dedicato al cinema”.
E ancora i riconoscimenti: Honorable Mention of the Berlin Flash Film Festival 2020 per “To Tornatore with love”, Outstanding Achievement Berlin Flash Film Festival 2020 per “Antivirusface”, Honorable Mention of the Berlin Flash Film Festival 2020 per “Emral” Honorable Mention MonoVisions Photography, Award per l’opera fotografica “Differita”.

Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto cos’è il cinema.
E ci ha risposto così:
“Ho pensato a cosa avrei risposto in seconda elementare: il cinema è quel posto dove ci sono i film. Quelle cose che stanno dentro al cinema. Il cinema, per me, è un posto. Se mio padre non mi ci avesse portato, io sarei molto più malinconico di quello che già sono. Oggi i film si vedono anche sul telefonino, ma non mi interessa. Del resto l’uomo ha inventato anche la sigaretta elettronica, il vino in cartone ed il monopattino elettrico. I veri registi hanno fatto sì che esistessero due vite per ognuno di noi. Poi noi scegliamo. Mia nonna una volta mi chiese: ma quando al cinema si vede un sogno, lo devono realizzare sul serio? Ed io penso ancora a questa domanda… Penso che il concetto di cinema sia legato ai sogni e ai ricordi di ognuno di noi, a quel luogo estremamente intimo e personale in cui si scrive tutta la nostra storia, fatta di vissuto e di ricordi, spesso fatti di una malinconia e di una nostalgia che è tutta nostra. Nessuno deve stirare le grinze del mio ricordo, nessuno deve toccare la mia nostalgia”.

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