Emo design è lo studio di Industrial e Interaction Design fondato nel 2008 da Lukasz Bertoli e Carlo Ciciliot con lo scopo di differenziarsi dagli altri studi di design in Italia, che lavoravano principalmente nel settore dell’arredo, per affrontare con un approccio e un metodo diverso altri ambiti di mercato in cui il design svolge comunque un ruolo strategico per le aziende.
Partiti in tre, oggi lo studio conta una decina di designer tra cui due UX designer ed un Transportation designer. Abbiamo incontrato i due fondatori, che ci hanno raccontato questa accattivante realtà.
Una realtà giovane ed eterogenea: qual è il segreto di Emo Design e come vuole essere riconosciuta?
Sembrerà banale ma il nostro segreto è il divertimento – sottolinea Lukas – ci piace il nostro mestiere e ogni giorno
lo facciamo divertendoci. Il vero segreto è l’approccio al progetto. Abbiamo dato vita a una realtà ben strutturata fin da subito, con dei compiti ben precisi. Questo significa che il designer può pensare a fare il designer e concentrarsi sul progetto senza dover pensare a mille altre cose come spesso accade in altre realtà.
Vogliamo essere conosciuti come uno studio affidabile, veloce e concreto. Un partner di qualità che si affianca al cliente per ottimizzare e valorizzare la sua strategia di business,
aiutando a trovare nuove vie per innovare.
I progetti dei quali lo studio va più orgoglioso?
Ci sono molti progetti di cui andiamo orgogliosi e con i quali abbiamo vinto diversi premi di design – interviene Carlo. Poi ci sono i progetti che escono bene perché si crea un’ottima relazione con l’azienda e tra questi ci sono sicuramente i progetti realizzati con Falmec, che peraltro è stato il nostro primo cliente. Le cappe Dama, Sophie e Loop sono state il risultato di un lungo lavoro portato avanti con l’azienda, di un’attenta ricerca su finiture e materiali, che è stata portata a termine con una perfetta esecuzione da parte dell’azienda. Un altro progetto che ci rende particolarmente orgogliosi è la macchina da caffè specialty Zero realizzata per Dalla Corte, si tratta di un progetto ambizioso che l’azienda, già molto conosciuta nel suo settore, ha presentato ad Host 2019. Anche in questo caso la collaborazione con l’azienda è stata davvero proficua e ci ha permesso di sperimentare nuove tecniche e nuovi approcci che oltre a portare valore all’azienda ne hanno portato anche all’interno del nostro studio, permettendoci di offrire dei nuovi servizi.
Cosa serve per definire una vera design strategy?
Gli ingredienti sono molti. Sicuramente è indispensabile avere una buona conoscenza del cliente, della sua strategia e del suo modus operandi nel mercato. Allo stesso tempo è indispensabile conoscere l’utente, il suo modo di percepire il prodotto e di utilizzarlo. Per questo ricerca e dialogo sono imprescindibili. Dal lato del designer è fondamentale conoscere bene il mercato, i trend del settore e saperli unire alle tendenze di altri settori per capire dove posizionare al meglio il sistema prodotto che si sta progettando e dargli un posizionamento corretto nel mercato attuale e in quello futuro.