Erika Giampaolo è una delle più ricercate ed apprezzate architetto di Puglia, si è laureata a Bari a soli 23 anni e da allora ha iniziato un percorso di contaminazione del Puglia style con le più moderne avanguardie internazionali che sono la vera essenza della bellezza dei suoi lavori tra masserie, ville di lusso, boutique hotel e ristoranti alla moda. Non ha mai lasciato i suoi cantieri nemmeno con il pancione di 9 mesi e non è raro vedere le sue due figlie Asia e Sveva di 6 e 2 anni nel suo studio o nella Galleria d’Arte Contemporanea che d’estate apre nella bellissima cornice di Polignano a Mare. L’abbiamo incontrata per farci raccontare di lei, della sua professione, dei suoi lavori, della sua vita, soprattutto per farci trasmettere la passione e la sensibilità per una “materia” che è molto più concettuale e filosofica di quello che può sembrare.
Come nasce la sua passione per l’interior design?
Ognuno di noi nasce con una passione e un talento, bisogna avere il coraggio, la forza e la fortuna di sentire e perseguire quello che si ha dentro. Modellare la bellezza è quello che sin da piccola ho sempre sentito.
Quali sono stati i suoi lavori più importanti?
Ogni lavoro ha la sua importanza, la sua difficoltà e la sua forza in un percorso di crescita, quindi direi il primo e l’ultimo. Sono innamorata di tutti i miei lavori dal più piccolo al più grande. In ognuno c’è una ricerca unica ed irripetibile che nasce dal luogo e dai desideri di chi vivrà quel luogo, che è quanto guida sempre la mia progettazione. Il committente è per me l’anima del progetto, sempre. Quindi una masseria nelle campagne di Polignano, una villa affacciata sulle acque del mare di Monopoli o un ristorante giapponese nel centro di Bari non hanno solo una voca
zione diversa ma anche un’anima diversa su cui realizzare un’opera unica.
Qual è secondo lei il ruolo che il design e l’architettura dovrebbero avere oggi?
Unire il confort e la funzionalità delle esigenze abitative alla bellezza dei luoghi, perché si vive meglio, si dorme meglio o si lavora meglio in un luogo che riesce a trasferire sempre sensazioni positive. Una casa, un divano, un hotel o un ristorante deve essere bello e comodo, perché su una sedia bella ma scomoda non ci si siede e in un ambiente comodo ma freddo non ci si torna.
Alla luce degli eventi legato al Covid-19, come pensa cambierà la concezione del vivere gli spazi?
Sicuramente si tornerà a desiderare spazi in cui si possa anche vivere il proprio lavoro domestico. Si passerà da un eccessivo utilizzo dell’open space alla richiesta di ambienti dove in una casa ci si possa anche isolare. A quanti di noi in questi giorni è capitato di dover fare conference call nei posti più impensabili pur di non avere un figlio che ti corre davanti o l’audio di un televisore acceso? Infine sicuramente ha acquisito ancora più importanza e valore la possibilità di avere uno spazio esterno che sia un cortile o un giardino o una terrazza, non importa la dimensione ma la possibilità di avere il cielo sopra la testa e il sole negli occhi.
Come ha trascorso questo periodo di quarantena?
In casa come tutti, progettando al computer da mattina a sera, lavorando e programmando il futuro. La cosa straordinaria è aver passato due mesi e 24 ore al giorno con mio marito e le mie bambine. Non mi sono persa nessuna nuova parolina pronunciata da Sveva e sono certa che quando tutto sarà finito e al netto delle cose brutte, ricorderemo questo come un momento unico per la vita delle nostre famiglie, forse ci mancherà non poter passare più tanto tempo insieme.
Quanto è importante l’arte e la bellezza nella vita quotidiana di ognuno di noi?
Credo che la bellezza sia il fondamento di ogni cosa e per dar vita a luoghi unici ed indimenticabili non devono mai mancare le opere d’arte. Ogni mio progetto inizia con la scelta di un’opera d’arte per poi dar vita alle scelte d’interior design, dalla palette colori per creare l’effetto prospettico desiderato, alla scelta dei materiali, dei tessuti con particolare attenzione ai dettagli, ai complementi d’arredo puntando sempre ad uno stile unico per il mio cliente.
C’è un progetto o un sogno nel cassetto?
Il mio sogno? Lo stesso da sempre, oggi più che mai dopo questo lungo periodo di quarantena, viaggiare, visitare luoghi, architetture, alberghi meravigliosi nel mondo, prendere da questi luoghi spunti, contaminazioni da portare nei miei progetti perché solo dalla conoscenza, soprattutto visiva e sensoriale, può derivare l’intuizione.