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a cura di Alessandra Savino

Gli amanti del Cinema ricorderanno certamente una delle scene più rappresentative dello stile di vita di Jordan Belfort. Il protagonista del pluripremiato “The Wolf of Wall Street”, magistralmente interpretato da Leonardo Di Caprio, appare a bordo di un lussuoso yacht: ai piedi indossa scarpe da barca. Status symbol per eccellenza di una condizione economica più che agiata, specialmente nel caso del ricco broker americano, le boat shoes sembrano essere tornate di moda, e non solo su moli e imbarcazioni. Le iconiche calzature, originariamente concepite per il mondo della vela, approdano sui set cinematografici già negli anni ’90. A sfoggiarle è, infatti, nel 1999, Jude Law, nei panni di Dickie Greenleaf, playboy ricco e spensierato de “Il talento di Mr. Ripley”.
In realtà, le scarpe divenute must della moda nautica, giunte dal mare in città a simboleggiare ricchezza e tempo libero, vantano un antenato risalente al lontano 1935. In quell’anno, Paul
Sperry, rampollo di una famiglia benestante del Connecticut e appassionato velista, mentre pensava ad una soluzione per evitare di scivolare sul ponte della propria barca, ha una geniale intuizione. È il suo cane a fornirgliela su un piatto d’argento durante una passeggiata: un Cocker Spaniel che, grazie alla struttura solcata dei suoi polpastrelli, riesce a muoversi agilmente sulla scivolosa strada innevata. Osservandolo, Sperry progetta le prime Top Sider, dotate di una suola a spina di pesce in gomma, antesignane delle moderne boat shoes.
In poco tempo, quel mocassino di cuoio ottiene l’attenzione dell’alta società americana e, soprattutto, della Marina, di cui diviene calzatura ufficiale. Solo nel secondo dopo guerra la scarpa da barca approda in Europa in quanto simbolo del preppy style. Non ci vorrà poi molto affinchè il mondo della moda si accorga del potenziale di questo tipo di calzatura. Se in origine, essa era realizzata in pelle marrone con tomaia scamosciata, a partire dagli anni Sessanta e Settanta designer internazionali iniziano a proporne versioni in colori e tessuti differenti. Da Prada e Gucci ad Yves Saint Laurent, grandi maison di haute couture, hanno portato in passerella, nel corso dei decenni, boat shoes di tendenza. È Timberland, però, a firmare, nel 1979, le scarpe da barca, caratterizzate da cuciture handmade e lacci in cuoio, entrate nell’immaginario collettivo e considerata un classico del fashion world.
Un trend che, negli ultimi anni, è tornato ad ‘invadere’ le Settimane della Moda di tutto il mondo in nome di un revival del preppy style ed un sempre più crescente affermarsi del Quiet Luxury.
Protagonisti di questa tendenza sono brand come Loewe il cui direttore creativo ha disegnato una personale versione di boat shoes per la collezione autunno inverno 2024/25. Meritano attenzione, poi, le proposte di Marni, Fendi e del marchio svizzero Bally che ha lanciato delle scarpe da barca leggermente appuntite e con un piccolo tacco. Ma la vera regina del remake della calzatura sportiva in voga negli anni ‘80 è, quest’anno, Miuccia Prada: per la primavera estate 2024 la stilista e imprenditrice italiana recupera la forma dei tradizionali loafer restituendone una versione più sbarazzina firmata Miu Miu, il suo brand rivolto alle ragazze.
La nuova versione delle boat shoes, infatti, appare in outfit ben lontani dal mondo nautico e più adatti, invece, a contesti mondani. Lo dimostrano icone di stile come Blanca Mirò, nota influencer, che abbina un mocassino da vela in pelle nera ad uno scamiciato mini a palloncino. Indossare, dunque, inedite scarpe da barca firmate da grandi nomi del fashion system, sotto gonne e vestiti, contribuisce a creare contrasti dal sapore cool. Così, i canoni tradizionali dell’haute couture sono travolti ancora da una ventata di innovazione. Questa volta si tratta di una ‘brezza’ che arriva in città dal mare.

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