Design Lifestyle Marcantonio Raimondi Malerba

Se la creatività consiste nel rompere le regole; se l’arte è un viaggio nella parte più intima di sé, un’esigenza quasi filosofica di espressione della riflessione e dell’istinto; se produrre un’opera vuol dire abbandonarsi al fervente fluire di pensieri, pulsioni e sensazioni; allora preparatevi maa essere travolti dall’indomabile estro creativo di uno dei designer più interessanti, ironici e irriverenti del momento: Marcantonio Raimondi Malerba.

Marcantonio Raimondi Malerba

Classe 1976, originario di Massolombarda, una vita dedicata allo studio e alla creazione di oggetti d’arte e di design. È l’artista stesso a condurci in questo affascinante viaggio nel suo mondo fatto di creature fantastiche, di oggetti che si animano e raccontano storie straordinarie: a volte bizzarre, ironiche, spesso surreali e stravaganti, ma che sempre lasciano a bocca aperta.
La dimensione ludica e quella ironica si mescolano a una passione travolgente per l’elemento naturalistico, quasi onnipresente nelle opere d’arte di Marcantonio Raimondi Malerba, come uno spirito generatore e salvifico che si manifesta in tutta la sua dirompente semplicità.

Arte e Design by Marcantonio

Arte e design, insieme per arricchire il quotidiano di significati diversi, di pensieri istantanei, voli pindarici in mondi che stravolgono le regole e capovolgono le percezioni, mantenendo al tempo stesso una loro logica, che li ancora al mondo del possibile.
Le opere di Marcantonio Raimondi Malerba fondono forme e significati, collegano universi apparentemente inconciliabili, raccontano storie inconsuete e affascinanti; e ancora ammaliano, colpiscono, travolgono: il gioco dell’arte e l’arte nel gioco della creazione. La fantasia quasi fanciullesca e una potenza immaginifica si concretizzano in realizzazioni estetiche che restano impresse nella parte più profonda di noi.

Design Lifestyle intervista Marcantonio

Qual è la tua concezione di visione?

Una visione. Quello che succede a me è che una visione può essere completamente immaginaria, suggerita dalla fantasia , da una necessità creativo-poetica, oppure la visione può essere una interpretazione cha da poco si scosta rispetto a quello che stiamo osservando, ma lo stravolge.

In che modo il mondo visionario di Marcantonio Raimondi Malerba entra nelle opere?

Le mie opere sono il frutto diretto di quel mondo, il processo è questo. Visualizzo qualcosa per necessità , necessità di emozionarmi, divertirmi, e di conseguenza ho bisogno di realizzarlo. È come sentire di avere un buon pensiero, lo devi realizzare se no che senso ha?

L’accostamento inusuale tra elementi di design e arredo e soggetti provenienti dal mondo della natura (uomini, animali) cosa vuole significare? Perchè molti oggetti, piuttosto che essere raffigurati nel loro utilizzo quotidiano, sono rappresentati in una “destinazione” diversa?

Uno dei principi basilari nelle mie opere è l’espressione del rapporto che l’uomo ha con la natura e della natura con il mondo artificiale. Questo accade soprattutto nelle mie sculture, dove cerco di rappresentare questa relazione, questo rapporto tra uomo e natura, anche e soprattutto nei suoi paradossi.
Mi piace giocare con questi paradossi, mi piace creare decontestualizzazioni e, nelle mie produzioni di design, spesso cambio la destinazione d’uso di un oggetto: in questo modo quell’oggetto acquista una nuova vita, si arricchisce di un significato maggiore o altro rispetto a quello immanente. Mi piace pensare che nei miei mondi tutto sia possibile e che tutto possa essere un’esperienza. È l’esperienza che dà valore e significato alle cose: se ci vogliamo sedere, sicuramente possiamo trovare sedie comode e tecnologiche, ma possiamo sederci anche su un tavolo, su un pallone, su uno scoglio, un tronco, sulle ginocchia di qualcuno…allora, il nostro sederci diventa qualcosa di più, diventa un’esperienza appunto.

Ci racconti il tuo ultimo progetto?

Ah difficile, anche perchè ne sto portando avanti parecchi parallelamente. In questo periodo sto realizzando due gorilla a grandezza naturale per un negozio di Armani, e contemporaneamente sviluppo alcune lampade animale, collezioni per la tavola e tanti altri. E finalmente sto cominciando a sviluppare anche delle grafiche estrapolate da alcuni quadri che avevo dipinto… e questo mi fa molto piacere.

Qual è l’opera a cui è più legato?

Questa è una risposta difficile da dare…. il rinoceronte con sedie, il cristo sceso dalla croce, i cuori con i germogli, le monkey lamp, i sending animals, i martelli attaccapanni…sono tutte creazioni che lottano per essere nominate dentro di me. Quella che mi ha reso più celebre è la collezione delle Monkey lamp per Seletti, ma mi è davvero difficile dire qual è l’opera a cui sono legato maggiormente. Credo che per ognuna delle mie realizzazioni resterò sempre legato al processo creativo e di ispirazione che ne sta alla base.

E allora qual è il tuo concetto di creatività?

A volte penso che sia naturale. la natura si manifesta attraverso combinazioni che poi trovano criterio d’ordine e si sviluppano, quasi in modo sperimentale. È un processo tipico della natura, entropico, non lontano da un cristallo che si crea, una pianta che cresce o un frutto che marcisce creando muffe di mille colori. Sono tutti elementi, fusioni e processi che possono creare estetiche, concetti, significati, messaggi, se combinati con il nostro linguaggio. È la nostra percezione e la nostra sensibilità che ci differenziano da un fuoco d’artificio, ma resta il fatto che siamo comunque una lenta e straordinaria esplosione.

Cosa è per te l’ispirazione e qual è la tua?

L’ispirazione viene da ciò che sei e va verso quello che puoi essere. Quello che intendo dire è che noi siamo il nostro vissuto e questo archivio genera nuove combinazioni (proprio come fa la natura di cui appunto siamo la massima espressione), il nostro cervello funziona per associazioni. Nel mio caso è come se fossi sintonizzato su un particolare stupore o emozione poetica.
La capacità di combinare gli elementi ed i riferimenti genera la formula per soddisfare la mia necessità. Per dirla più semplicemente é come quando hai fame di qualcosa ma non sai di cosa e guardando dentro il frigo, poi, si trova la combinazione perfetta.

Ci racconti una “visione” e attraverso quale “oggetto” o “tecnica” la rappresenteresti?

Non ho una tecnica o un materiale preferito, credo che il materiale sia al servizio della creatività non l’inverso. Spesso uso oggetti classici conosciuti da tutti, non sono il tipo di creativo che cerca forme nuove, uso più che altro forme classiche e creo nuove associazioni. Una visione immediata…vediamo… potrebbe essere una barca che ha un albero vero al posto dell’albero centrale.
Allora potremmo tradurlo in vaso, un vaso a forma di vascello che può ospitare un bonsai o una bella piantina. Immagino il vascello in ceramica opaca bianca; con la pianta giusta penso che sarebbe carino.

Scopri di più sull’artista visitando il sito web ufficiale marcantonio.it >>

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