Lo Studio di Architettura e Restauro Tommasi nasce alla fine degli anni ’70, a Saccolongo in provincia di Padova, a opera dell’architetto Gianni Tommasi che dal 2016 è affiancato dal figlio architetto Tommaso.
Una realtà strettamente legata al territorio che nella fase iniziale dell’attività si è concentrata nel settore residenziale privato e nella pianificazione territoriale per poi estendersi al recupero e al restauro di edifici vincolati. L’attenzione al contesto e il legame con il territorio sono stati coniugati con la cura al dettaglio e la ricerca materica, in una proficua fusione tra creatività e artigianalità, permettendo allo Studio Tommasi di vantare preziose collaborazioni che spaziano dall’ambito residenziale a quello direzionale, dal restauro di complessi monumentali al retail, dalla pianificazione territoriale allo studio dell’arredo urbano.
Numerosi sono gli interventi di ristrutturazione e recupero conservativo che lo Studio Tommasi ha portato a termine in questi anni, tra questi il recente Restauro della Biblioteca Comunale di Cervarese Santa Croce (Pd), nell’ex Chiesa di San Michele Arcangelo in Montemerlo, fulcro della vita sociale del borgo ubicato ai piedi dei Colli Euganei, con un progetto che ha previsto il recupero sia interno che esterno e lo studio degli arredi dell’edificio. Oggi l’ex Parrocchiale si presenta come il risultato di un percorso architettonico lungo più di mille anni; sul manufatto primitivo sono stati attuati una serie di successivi interventi che, sotto l’ultima veste ottocentesca, rimangono ancora presenti con pregevoli testimonianze.
La titolazione della chiesa a S. Michele Arcangelo, venerato presso le popolazioni Longobarde, induce a ritenere che la prima struttura risalga proprio all’epoca dell’insediamento longobardo, tra il VI e VIII secolo. Si trattava, all’origine, di uno stanzone quadrangolare con finestre romaniche, basso e senza soffitto, secondo lo schema tipico di quel periodo.
La chiesa viene allungata di circa un terzo verso la facciata e innalzata, trasformata così come si presenta attualmente, nel 1882 e tre anni dopo tinteggiata e soffittata con le cantinelle lignee ancora oggi presenti.
Nel 1953 quando viene inaugurata la nuova Chiesa, l’ex Parrocchiale viene praticamente abbandonata e ceduta al Comune che la utilizzerà come scuola, non senza una radicale trasformazione che ha previsto la realizzazione di un solaio intermedio, di murature per la creazione delle aule, di un corpo scala all’interno dell’aula principale e di altri locali di servizio.
Dalla fine degli anni ’80 l’edificio è sede della Biblioteca Comunale e ciò ha reso necessario il progetto complessivo di restauro per rendere il fabbricato idoneo alla nuova fruizione e all’ampliamento delle utenze con l’obbiettivo finale di ripristinare, dove possibile, l’effetto spaziale primitivo di navata e presbiterio. Il progetto più recente e definitivo è stato preceduto da un intervento d’urgenza realizzato alla fine degli anni ’90 che ha richiesto il restauro delle travi del tetto e la sistemazione della copertura particolarmente ammalorata.
La prima fase di restauro (2003 – 2005) è stata focalizzata sul recupero dei caratteri formali e stilistici dell’involucro oltre che su alcuni interventi interni più urgenti e ha previsto il ripristino della forometria originaria nell’alzato nord (chiusura delle finestre realizzate negli anni ‘50, riapertura della porta degli uomini, ripristino delle finestre arcuate), il rifacimento degli intonaci delle facciate nord, est e sud, la pulitura della facciata principale, la demolizione della vecchia scala all’interno dell’aula principale e la ricostruzione di quella nuova in posizione più defilata all’interno del vano servizi a sud, la realizzazione di una nuova bussola di ingresso e l’ammodernamento dei servizi igienici. È stato inoltre restaurato l’affresco raffigurante La Crocefissione, ubicato all’interno della navata principale, nel muro di confine tra aula e presbiterio.
La seconda fase (2007 – 2018), ha previsto una serie sistematica di interventi strutturali per il miglioramento sismico delle strutture e, con lo scopo di conferire all’aula principale la spazialità originaria portando l’intero spazio del piano terra alla sua antica configurazione, la demolizione del muro portante al piano terra e la sua sostituzione con una struttura metallica formata da colonne e travi al fine di consolidare il solaio del primo piano liberando l’intera aula.
Inoltre la demolizione del muro di divisione tra aula e presbiterio, in corrispondenza dell’arco di Dio, ha liberato la visuale dell’intera sala portando la configurazione spaziale all’assetto primitivo. È stato eseguito il rifacimento dei sottofondi e, successivamente, il rifacimento delle pavimentazioni del presbiterio e del piano primo, il restauro e il riposizionamento dei selicioni della navata.
Il valore storico e documentale dei selicioni originari ancora presenti, ha comportato uno studio approfondito e un restauro particolarmente attento. In prima analisi è stato effettuato un rilievo in sito dei singoli elementi lapidei, seguito da una mappatura in cui sono ne sono state rilevate le dimensioni e lo stato di conservazione.
In fase di cantiere ogni singolo elemento è stato numerato sulla base della mappatura e adeguatamente conservato. Successivamente, scartati gli elementi eccessivamente danneggiati dei quali risultava impossibile il recupero, si è provveduto al restauro di quelli riutilizzabili e alla loro nuova ubicazione nell’esatta posizione. Per le lacune sono state studiate alcune soluzioni condivise con la Committenza e la Soprintendenza ed è stata eseguita la sostituzione degli elementi mancanti con lastre dello stesso materiale (trachite) e di uguale dimensione ma con diversa finitura superficiale in modo da risultare sempre possibile la loro individuazione pur nella ricerca di una uniformità materica e cromatica dell’intera aula. È stato inoltre realizzato l’adeguamento degli impianti termico, elettrico e illuminotecnico ponendo particolare attenzione al comfort termico e visivo dei fruitori della biblioteca al piano terra. L’opera di restauro è stata completata con la sistemazione dei camminamenti esterni e la dotazione dell’arredo urbano di finitura, il consolidamento della volta eseguito all’estradosso tramite l’utilizzo di adeguate resine e malte che hanno permesso il fissaggio delle superfici dipinte e affrescate con le cantinelle lignee e il restauro dei lacerti di affreschi cinquecenteschi rinvenuti durante le indagini conoscitive.