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Con più di 413 mila follower su Instagram all’attivo, tra profilo personale e quello dell’iniziativa che ha messo in atto, Paolo Stella è il volto e la voce di uno dei più seguiti e interessanti progetti di design e comunicazione degli ultimi tempi.
È stato lui , con il suo @suonarestella, a rivoluzionare lo stesso modo di fruire del design, che finalmente abbandona i palcoscenici stereotipati e gli olimpi preconfezionati per pochi esperti ed eletti di questo settore, ed entra, a pieno diritto, nelle case delle persone, utilizzando stavolta un private showroom, il primo per la precisione, costituito dalla stessa dimora milanese dell’influencer.

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Oggetti d’arredo firmati dalle più rinomate personalità nel panorama del design internazionale e non, progetti iconici e preziose produzioni dei brand italiani non solo vengono mostrati, ma entrano in casa per essere vissuti, raccontati nella loro essenza. Paolo Stella è un influencer, direttore creativo, ma anche web strategy expert, scrittore ed attore italiano. La sua passione per la moda e per il mondo della comunicazione è arrivata dopo aver avuto diverse esperienze nel mondo delle produzioni televisive e cinematografiche.
Il suo progetto @suonareStella è nato a seguito dell’evolversi dell’esperienza digitale contemporanea, con lo scopo di raggiungere un pubblico vasto, pronto a scoprire e desiderare nuovi stili progettuali.
A cogliere nel fenomeno contemporaneo degli influencer una nuova sfida per i brand del design è stato il suo team di esperti della comunicazione, Francesca Noseda, ceo di M&C Saatchi PR, e Laura Angius, specializzata in digital innovation. Con un approccio sperimentale e un profondo expertise maturato sul campo, Noseda a Angius hanno messo a sistema le dinamiche del digital e le esigenze delle aziende dell’arredo, aprendo nuove e inesplorate opportunità per il settore.
E così, gli ambienti della casa di Paolo diventano, da qualche mese a questa parte, il palcoscenico ideale per mettere in scena il design, con oggetti selezionati che escono dalla dimensione anonima dello showroom, per animarsi nella sua abitazione, accompagnando le sue giornate, diventando le scenografie dei suoi post e contenuti digitali di successo.
Grazie alla collaborazione con importanti brand del design italiano, ogni sei mesi Paolo Stella riarreda la sua casa, come in un pop-up showroom e, a ogni cambio di allestimento, gli oggetti e gli accessori che sono stati in casa vengono venduti a prezzi straordinari. Non solo, contemporaneamente Paolo disegna capsule collection con nomi importanti dell’art de la table, dell’home decoration e del design.
Con @suonareStella, insomma, una casa vera ospita la più esclusiva esperienza digitale dell’home design. L’iniziativa parte con Boffi|DePadova, che porta nella dimora di Paolo Stella il proprio mood progettuale ed architettonico, riflesso prima di tutto negli showroom milanesi di De Padova Santa Cecilia e Boffi Solferino, con il divano Alberese disegnato da Piero Lissoni, l’iconico tavolo T95 di Achille Castiglioni, le poltrone Albereta di Philippe Nigro e Blendy di Omi Tahara. E ancora, la libreria lineare ed essenziale R.I.G di MA/U Studio e la meravigliosa lampada Bombori realizzata a mano, in carta di riso e listelli di legno, secondo antiche lavorazioni della tradizione giapponese, della nuova collezione Time & Style ēdition.
Completano l’allestimento di @suonareStella alcune lampade d’autore e accessori selezionati da Mohd, la più ampia piattaforma italiana di e-commerce specializzata in oggetti design.
“Il design non va mostrato, ma deve essere vissuto”. Parte da qui l’idea di questo giovane e ormai noto creative director e influencer del design, che abbiamo incontrato per farci raccontare qualcosa in più.

suonare-stella-designlifestyle-3 Influencer del Design. Così ti definiscono. Come ci si sente ad aver sdoganato e portato nelle case di tutti un mondo che sembrava per “pochi eletti”? E cosa ha comportato tutto questo?
Da quando faccio questo lavoro mi è capitato più volte di dovermi scontrare con un pregiudizio condiviso, condizione che peraltro mi diverte e mi costringe costantemente a superare i limiti. Il mondo del design è una bolla meravigliosa, difficilmente permeabile. Cominciare questo percorso in questa direzione con partner d’eccellenza, icone mondiali di qualità italiana, mi rende orgoglioso.

Che significa raccontare il design in modo diverso? E In che modo le due parole (e i concetti sottintesi) di Design e Digital si sposano?
Fino ad oggi il racconto del design seguiva la linea editoriale della perfetta esposizione dell’oggetto. Con l’avvento dei social network e l’importanza acquisita del mondo digitale, il design deve trovare la sua Esposizione mediatica nella vita che questi meravigliosi oggetti permettono di condurre, nei rituali quotidiani, nei piccoli momenti di intimità. Il Design non va più esposto, ma vissuto in prima persona.

Dall’esposizione del prodotto al racconto dello stesso. Addirittura il prodotto va fatto vivere: come si arriva a questo e a che punto sono le aziende nella ricezione di questo messaggio rivoluzionario?
Dopo anni in cui il design si raccontava prevalentemente attraverso il salone del mobile o i vari cataloghi, la nuova alfabetizzazione digitale ha rivoluzionato tutta la comunicazione. Alcune aziende sono già pronte a questo cambiamento altre si stanno adeguando, alcune non ne vogliono sentir parlare. È fisiologico questo cambiamento, ma allo stesso tempo è totale, quindi fa paura. Ma non ci sono alternative. Come quando si passò dal cinema muto a quello parlato, solo chi imparò a usare la voce rimase sul palco. Tutti gli altri scomparvero.

Qual è il tuo concetto di bellezza?
La bellezza per me è un sapiente mix di armonia, di uso della luce e storia personale. non esiste una definizione assoluta di bellezza, ma amo quando le cose hanno un senso, quando ne leggo la storia.

Qual è il ruolo che il design dovrebbe, secondo te, avere oggi, anche alla luce del periodo che stiamo vivendo?
Il design sta vivendo un momento importantissimo, è l’unica forma d’arte che si vive dall’interno in un momento in cui tutti siamo costretti a vivere negli interni. Il design ha anche una fondamentale connotazione etica e culturale, vivere nel bello porta le persone ad essere più buone. E mi assumo la responsabilità di questa frase.

Come nasce il tuo format @suonarestella e quanto la passione per le storie ha inciso su questa nuova idea?
Mi è sempre piaciuto raccontare la mia vita, avere la possibilità di dare il mio punto di vista, sottolineare la peculiare angolazione da cui guardo le cose. Suonare Stella è proprio questa angolazione, il mio racconto personale, imperfetto, intimo, divertente, silenzioso, sociale E solitario del mio posto nel mondo.

Qual è il tuo concetto di casa?
Appunto, il mio posto nel mondo.

C’è un aneddoto legato alla tua “casa” di oggi e di ieri, che vorresti condividere con i lettori di Design Lifestyle?
Sicuramente uno degli elementi più particolari di casa è la carta da parati all’ingresso, disegnata Custom Made dallo studio Palomba Serafini, che nasconde fra piante e animali piccoli pezzi del mio libro e parole magiche che scatenano la serotonina. Volevo fare in modo che sui muri fossero impresse quelle parole che innalzano lo spirito. Se sta bene la casa, sto bene anche io. E viceversa.

Entrare in una casa significa entrare nella parte più privata e intima di una persona, significa entrare nella sua storia, nelle sue emozioni. Il fatto di aprire questa “scatola” al mondo social non è un controsenso?
Io sono un controsenso, e trovo incredibilmente interessante contraddirmi. Le uniche persone veramente coerenti sono i serial killer. Noi siamo fatti di vulnerabilità e certezze. E negli anni ho comunque sviluppato una sofisticata capacità di discernimento dicotomico fra quello che voglio raccontare e quello che è solo mio. Ad oggi, per esempio, non ho mai parlato di relazioni personali o di fidanzamenti. Credo che se hai contenuti interessanti non sia necessario utilizzare la propria vita privata per tirar su quattro like.

La professione del designer è sempre stata affascinante per molti giovani. I social sono sicuramente un canale informativo importante…ma sono sufficienti?
I canali informativi ormai sono molto diversificati, da quelli classici alle nuove tecnologie. Niente è necessario niente è sufficiente, ogni forma di comunicazione ha un suo valore, riuscire a proporre un piano coordinato è sicuramente vincente.

Ph. Valentina Sommariva

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