a cura di Nicola Carbonara
Un viaggio estetico verso un domani più sostenibile. Attraverso anni di dedizione e esplorazioni di Alessandro Stabile nel plasmare forme tridimensionali partendo da superfici bidimensionali, sorge Taco: la nuova poltrona per il marchio laCividina. Quest’opera si erge come un inno alla sostenibilità in ogni sua sfaccettatura, abbracciando con passione non solo i materiali che la compongono, ma anche i processi produttivi che ne plasmano l’esistenza. Non trascura, ovviamente, nemmeno il suo futuro destino, mettendo in luce l’importanza di un addio consapevole.
In un’epoca in cui il richiamo della sostenibilità permea le nostre conversazioni quotidiane, raramente riflettiamo sulle tradizionali poltrone imbottite e sulla loro scarsa eco-sostenibilità. Un nucleo, spesso ancorato a una barra metallica, circondato da schiuma di poliuretano, uno dei materiali più diffusi per l’imbottitura, il tutto rivestito da un tessuto incollato. Tre elementi distinti, ma inesorabilmente connessi, privi della possibilità di essere separati e destinati a una difficile riparazione in caso di danni. Il loro destino finale, lo smaltimento, si traduce in una sfida al riciclaggio, poiché la loro composizione intricata li rende refrattari a una corretta riciclabilità.
Taco, invece, incarna una promessa di cambiamento, un’ode alla sostenibilità che va al di là dell’apparenza estetica. Questa poltrona non solo abbraccia una nuova visione di design, ma si impegna in una missione ambientale, dove la cura per i materiali e la consapevolezza nei processi produttivi convergono verso un futuro in cui la bellezza coesiste con la responsabilità ambientale.
“L’intenzione – ha spiegato Alessandro Stabile – era prima di tutto quella di creare una poltrona di alta qualità che fosse soprattutto confortevole e funzionale, basata su una tecnologia completamente diversa da quella utilizzata per la produzione della maggior parte dei mobili imbottiti tradizionali”. Un concetto semplice, partendo da una superficie piana che viene poi sviluppata in una struttura tridimensionale attraverso tagli e cuciture semplici, il risultato del concetto altrettanto semplice di pizzicare i bordi di un foglio di carta tra le dita, come quello utilizzato dal designer nel suo modello di studio. Con un cambio di scala, il feltro è stato quasi una scelta naturale quando si pensava a un tessuto piatto che doveva essere tagliato e cucito in un certo modo per assumere la forma di una poltrona.
“Una scelta naturale, in un certo senso,” spiega Fulvio Bulfoni, presidente del marchio, “a causa della nostra grande capacità produttiva in termini di tessuti, cuciture e rivestimenti, ma soprattutto per quella relazione estetica e formale tra la struttura metallica e l’imbottitura che è diventata una vera forza dei nostri prodotti”. Una competenza che ha reso possibile trasporre le idee in un prodotto finito completamente fedele al concetto originale: fogli piatti di feltro, sagomati e cuciti lungo i bordi, in modo da poter inserire i loro bordi nel taglio che corre lungo il montante posteriore della struttura metallica tubolare, che così svolge un ruolo attivo nella composizione, chiusura e rinforzo della forma della seduta.
Nonostante non appartenga al tradizionale mondo delle poltrone imbottite, Taco si eleva al livello del comfort offerto dalle classiche sedute, grazie alla pregiata composizione dei suoi materiali.
Due strati di feltro spessi 8 mm non solo fungono da rivestimento, ma si trasformano anche in un soffice sostegno, avvolgendo con cura uno strato di materiale tecnico in grado di conservare la sua forma nel corso del tempo. La sua essenzialità si traduce in poche e semplici componenti, riducendo al minimo gli stadi di produzione e contribuendo così a una significativa diminuzione del consumo di energia e materiali. La leggerezza della seduta, risultato di questo processo attento, si traduce in minori emissioni di CO2 durante il trasporto, accentuando il suo impatto positivo sull’ambiente. Inoltre, l’assenza totale di adesivi facilita lo smontaggio completo di Taco nei suoi singoli componenti, pronti per essere diretti verso la catena di riciclo più appropriata, sottolineando così il suo impegno per un ciclo di vita sostenibile e responsabile.