tadao ando design lifestyle

Possiamo definirlo uno dei più grandi architetti giapponesi, senza paura di essere smentiti. Tadao Ando, nato ad Osaka durante il secondo conflitto mondiale, è un talento autodidatta. Si, perché la sua abilità non è frutto di intensi studi universitari bensì di esperienze di vita e lavorative.
Dal 1962 al 1969, infatti, Ando gira per il mondo, in Europa, Sudafrica, Madagascar, India e Stati Uniti, venendo a conoscenza di vari stili che influenzeranno successivamente il suo.

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Tornato nel paese natio, dopo aver collaborato con vari studi di architettura, Ando apre il suo studio tramite il quale, inizialmente, si approccia a progetti residenziali con uno stile calmo e introverso.

Il suo successivo avvicinamento alla natura e all’ambiente ha influenzato talmente tanto il suo stile, da rendere le concezioni di luce, vetro e muro pilastri della sua architettura. Essa, infatti, è fondata su tre principi: “Geometria”, che si materializza nella realizzazione di forme e volumi puri;´“Natura”, che si manifesta nell’utilizzo creativo della luce naturale, dell’acqua, del vento e nell’accortezza di trovare soluzioni ecocompatibili; “Sostanza”, ovvero i materiali da costruzione, come il cemento a faccia vista, il vetro, il legno e la pietra.

tadao ando design lifestyle Nascono così grandi muri in cemento realizzati per la chiesa sull’acqua (1988), per la cappella del monte Rokko (1989) e per la collina del Buddha (2015), tutte superfici
utilizzate per osservare la natura circostante.
La caratteristica principale di queste opere è la perfezione del cemento che, grazie ad una particolare tecnica per colarlo, risulta essere totalmente liscio, privo di imperfezioni.
La calma tipica del suo carattere si riflette anche nelle sue opere, dominate anche da un aspetto spirituale.
Alle grosse superfici in cemento si affiancano specchi d’acqua e ampie vetrate per alleggerire il prospetto dell’edificio. La sua arte lo ha portato a ricevere premi di rilievo nel
mondo dell’architettura: il “Pritzker Architecture Prize” (1995), il “Royale Gold Medal” (1997) e la “Aia Gold Medal” (2002).

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