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La Spagna terra di origine, la Svizzera la sua seconda casa. Santiago Calatrava ha in sé due anime, due terre, tanti approcci e una visione lungimirante dell’architettura, che va oltre lo spazio “normalmente inteso”.
L’Architetto e ingegnere valenciano, che nel 1974 scrive una tesi di laurea in Ingegneria Civile dal titolo “Foldability of Space Frames”, nella quale tratta il tema dei modelli di compressione geometrica nello spazio, importante punto di partenza per il suo lavoro, non resta insensibile alle altre forme d’arte.
Segue la propria vocazione verso le arti plastiche e figurative, si appassiona alla scultura, nonché alla pittura e alla ceramica.

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Questo approccio multidisciplinare gli permette di scomporre letteralmente lo spazio in ambito architettonico, in una costante instancabile ricerca di modelli espressivi multiformi. A mostrare bene questa sua visione dell’architettura è stata la sua mostra nel 2013 presso i musei Vaticani, dal titolo “Le metamorfosi dello spazio”, circa 140 progetti architettonici, accompagnati dai relativi studi preparatori, da dipinti ad acquerello, e da sculture, monumentali o di formato più ridotto, in bronzo, marmo, alabastro e legno, da cui emerge la filosofia che è alla base del progetto, nonché la sua poetica, l’essenza.
Tra le sue opere più importanti, numerose e che comprendono ponti, stazioni e viadotti, caratterizzati da forme complesse, curve e oblique, sono da ricordare senza dubbio il Ponte Bac de Roda a Barcellona, la Stazione ferroviaria Stadelhofen di Zurigo, il Ponte dell’Alamillo a Siviglia, la stazione di Lyon-Saint-Exupéry TGV a Lione e quella di Liegi-Guillemins, il Puente de la Mujer a Buenos Aires, il Samuel Beckett Bridge a Dublino, il ponte strallato più alto d’Europa a Cosenza, intitolato a San Francesco di Paola.
Ma l’elenco si arricchisce di opere straordinarie che, nella loro monumentalità, nelle forme scultoree e nei richiami simbolici e iconici, portano la firma inconfondibile e indelebile di un artista a tutto tondo, che ha saputo ridare allo spazio un’identità nuova.
Ammirare le sue opere architettoniche significa ammirare opere di alta tecnologia, in cui forma e spazio sono indissolubilmente legate ad un significato ben preciso, ad una riflessione che si fa portavoce, espressione di un’essenza profonda. Lo spazio è l’arte e l’arte si guarda e si vive nello stesso tempo.
Nei suoi lavori, Calatrava riversa un immaginario che si ispira fortemente alla natura, al mondo marino o al movimento degli occhi, con “sculture architettoniche” canide e zoomorfe che sembrano prendere vita sotto gli occhi di chi le osserva. I suoi prodigi architettonici seducono per la complessità, la grandezza, la plasticità, meravigliano per il loro significato, tradotto magistralmente da un architetto e ingegnere che non dimentica la sua sensibilità artistica.
La sua poetica del movimento, il candore delle opere, che si arricchiscono di trasparenze, sono altri aspetti che identificano il suo lavoro. Un lavoro che ha fatto anche discutere
e che gli è valso negli anni, una serie di premi e riconoscimenti, tra cui l’ultimo nel 2016, il Leaf Awards.

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