maurizio-corbi-ferrari-california-idi

Quando parli con i grandi uomini, te ne accorgi immediatamente.
Sono “quelli” che ti mettono a tuo agio da subito, che ti smontano ogni formalismo e soprattutto ti lasciano, in una manciata di minuti, grandi messaggi, senza l’atteggiamento di chi si erge a solone di questa o quella lezione di vita.
E’ successo proprio questo con Maurizio Corbi. Lo abbiamo “incontrato” telefonicamente in un’intervista per Design Lifestyle. Da oltre 30 anni senior car designer presso Pininfarina, dove approda nel 1989, Maurizio Corbi ha collaborato con aziende del settore come Aviointeriors e Bertone e affianca alla sua attività di car designer quella dell’insegnamento di design automobilistico presso enti, come Italian Design Institute.
Una passione, la sua, per il disegno, iniziata da bambino. Aveva circa 10 anni, quando stupiva docenti e genitori con i suoi bozzetti, mostrando un talento che ha poi trovato la sua naturale evoluzione negli studi in architettura e nell’approfondimento del disegno industriale prima e del car design poi.
“Credo che il dono del saper disegnare è qualcosa che ti succede e basta – racconta -. Ho iniziato da ragazzino a disegnare e ricordo che a scuola le maestre si contendevano i miei quaderni. Poi gli studi sono andati in quella direzione e il resto è venuto da sé”.
Come la passione per le automobili, un amore atavico che Corbi nutre da sempre, affiancato a quel concetto di libertà, di viaggio, dell’andare per eccellenza che lo ha sempre contraddistinto.

maurizio-corbi-intervista-designlifestyleCome deve essere l’automobile di Maurizio Corbi? Quali criteri deve rispettare?
L’automobile per me deve innanzitutto rispecchiare un elemento di sobrietà. E’ una caratteristica che mi piace molto e che, soprattutto in passato, molte case automobilistiche hanno cercato di seguire, adottando un linguaggio che mi trovava in perfetta sintonia. Oggi, mi sembra che il settore automobilistico stia attraversando un momento di schizofrenia, nel quale si assiste a una inspiegabile incoerenza: da un lato c’è l’esigenza di riportare l’attenzione dell’industria automobilistica a scelte etiche più sensibili alle tematiche ambientali, dall’altro il mercato spinge su automobili di grandi dimensioni, seguendo un esempio americano che certo non si confà allo stile di vita sociale italiano. La cosa assurda è che l’automobile, da sempre simbolo di libertà, ci ha quasi resi schiavi di un oggetto che è sempre più un modo per apparire. Oggi le automobili sono, a mio avviso, troppo decorate e troppo aggressive, dovrebbero essere invece più intelligenti, e abbandonare questa mania dei volumi e del decorativismo fine a se stesso, per ritornare ad un fascino evocativo che sia autentico. Insomma, di fronte alla ipocrisia e a una diffusa incoerenza di aziende costruttrici sempre più miopi, rivolte a produrre auto di grandi dimensioni mostrandosi indifferenti alle istanze che arrivano dal mondo reale, la linea del car designer di Pininfarina resta fedele a quello stile lineare, minimale, sintesi di un percorso trentennale in un settore che ha comunque a che fare con l’arte, l’estetica, la bellezza.

Nello stesso tempo, Maurizio Corbi elegantemente “bacchetta” questa eccessiva attenzione alla figura del car designer, offrendoci uno spunto di riflessione in controtendenza: “Mi stupiscono sempre tutti questi riflettori puntati su chi fa questo mestiere. Mi imbarazza quando tutt’ora mi parlano come se fossi una star (ride ndr). E alla fine penso che sia doveroso ridimensionare tutto, guardare alle cose e alle persone con la giusta attenzione…Sì, insomma, non salviamo vite umane!”.

maurizio-corbi-intervista-designlifestyle-1 Ci racconta un aneddoto divertente legato alla sua carriera?
Ricordo che una volta stavo lavorando su un progetto Ferrari per Sergio Pininfarina. Avevamo organizzato una presentazione interna e ricordo che in quell’occasione lui non era convinto di alcune mie scelte di car design. A quel punto, l’allora direttore Lorenzo Ramacciotti mi suggerì di riprovare con lo stesso bozzetto ma cambiando il colore. Ebbene, il progetto fu approvato alla presentazione successiva…

Tavoletta grafica o disegno a mano libera?
Per quanto la tavoletta grafica e tutti gli strumenti che sono stati introdotti negli ultimi anni siano un validissimo supporto per chi fa questo lavoro, il mio cuore è nel disegno su carta. E’ in questa dimensione che riscopro la totale libertà di esprimermi, in un contatto materico con la carta, in uno spazio che mi concede anche la libertà di sbagliare e di guardare all’errore…credo sia splendido, no?

Car Designer e docente: cosa cerca di trasmettere ai ragazzi che frequentano i suoi corsi prima di tutto?
Credo che la prima cosa che bisogna insegnare ai ragazzi che vogliono intraprendere una carriera come car designer, ed è una cosa a cui tengo sempre moltissimo, è un’etica professionale. Prima che di car designer abbiamo bisogno di persone corrette, che sappiano lavorare in team e che non inseguano scappatoie per emergere in questo come in altri settori. Credo fortemente che il talento, se uno ce l’ha, verrà riconosciuto, prima o poi.

Rispondi

Inserisci un commento
Inserisci il tuo nome