Nel mondo dell’intrattenimento, un’icona senza tempo continua a svolgere un ruolo significativo. Barbie, la bionda bambola, con la sua inconfondibile silhouette e il mondo rosa incantato che la circonda, è tornata a far parlare di sé.
Tra polemiche, critiche, apprezzamenti e riflessioni, il film Barbie con Margot Robbie e Ryan Gosling con la regia di Greta Gerwig è sulla bocca di tutti e tutte.
Una scelta chiara quella della regista: restare fedele all’estetica dei giocattoli Mattel e realizzare un mondo dove il rosa fosse il protagonista. Anzi un tipo specifico di rosa, identificato e inseguito dalla production designer Sarah Greenwood e dalla scenografa Katie Spencer che, in un’intervista, ha dichiarato “il mondo ha finito il rosa!” riferendosi alla carenza globale della vernice rosa Rosco utilizzata, appunto, per realizzare la scenografia.
D’altronde, la regista era stata molto chiara quanto alle indicazioni per la scenografia: “Volevo -ha raccontato Greta Gerwig- che i rosa fossero molto luminosi e che tutto fosse quasi troppo”. Ed è così che ogni dettaglio di Barbie Land, è rosa, incredibilmente e irrimediabilmente rosa. Non c’è da stupirsi, dunque, che ci sia voluta un’intera produzione di vernice rosa Rosco per renderlo possibile.
Ma il mondo di Barbie all’apparenza idilliaco e perfetto nasconde riflessioni e interrogativi legati proprio al ‘mondo in rosa’ e alla sua connessione con la mancanza di diversità e inclusione nel mondo reale.
Il suo mondo rosa è una visione incantevole, ma è fondamentale sfidare gli stereotipi e abbracciare la diversità per riflettere pienamente sulle opportunità del mondo reale.
Barbie, quindi, sotto tutto quel rosa abbagliante, nasconde un messaggio volto alla coscienza di sé stesse e del proprio corpo.