Matteo Thun design lifestyle

Intervista Matteo Thun – È tra i maggiori esponenti del design italiano. Un professionista che ha portato l’eccellenza italiana anche all’estero riscuotendo grandi consensi e ricevendo numerosi riconoscimenti. Matteo Thun, architetto e allievo all’accademia di Salisburgo del maestro Oskar Kokoschka, nella sua carriera ha disegnato prodotti con differenti concept lavorando per grandi firme. Ha disegnato orologi per Swatch, ma anche il nuovo edificio delle Nazioni Unite a Ginevra, i negozi Missoni a Milano, Roma e New York, gli store Fila a Milano, Parigi e Londra e gli showroom Porsche nelle città tedesche di Berlino, Monaco e Amburgo.

Attualmente, però, la sua attenzione è rivolta a ecoresidence e alberghi a cinque stelle. Tra le sue opere più importanti, che rispettano il legame tra costruito e ambiente circostante, troviamo il Side Hotel ad Amburgo, eletto Hotel dell’anno 2001, il Virgilius Mountain Resort di Merano, vincitore del Wallpaper Design Award nel 2004, e il Radisson SAS di Francoforte, vincitore del Worldwide Hospitality Awards nel 2005.

A lui vanno anche attribuite le prime costruzioni prefabbricate con pannelli solari e l’inserimento di alberi in un ambiente abitativo. Per questo, nel settore, è riconosciuto come il pioniere dell’edilizia ecologica.

Il suo stile, la sua creatività, l’attenzione maniacale ai particolari, all’estetica e alla qualità dei suoi progetti gli sono valsi per ben tre volte l’illustre premio per designer “Compasso d’Oro “ e l’inserimento nella Interior Hall of Fame di New York.

Matteo Thun, il “Made in Italy” che ha conquistato il mondo!

Lei è stato studente del maestro Oskar Kokoschka. Come ha influito sul suo stile?

“Kokoschka mi ha insegnato ad osservare: focalizzare e catturare rapidamente ciò che è più importante.”

Qual è il progetto a cui è più affezionato?

“Onestamente? Il prossimo…”

Data la sua esperienza, che consigli sente di dare ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera?

“Cercare un maestro e imparare partendo da zero.”

Austria, Italia, Stati Uniti. Quanto c’è di ognuna di queste differenti culture nel suo lavoro quotidiano?

“Il nostro ufficio è un mix multiculturale di creativi che lavorano in modo interdisciplinare su tutti i progetti, è un incontro tra diversi aspetti culturali. Essere a Milano, una tra le città di design più stimolanti in Europa, e avere un altro ufficio a Shanghai aiuta a realizzare prodotti e progetti che puntano su coerenza e semplicità.”

Quali sono le tendenze future nell’edilizia ecologica?

“Preferiamo parlare di consistency più che di sostenibilità. Dovrebbe essere ovvio per l’architettura utilizzare strategie innovative che consentano processi più efficienti e meno dannosi per l’ambiente.

Lei è stato un pioniere in questo ambito. Come si è evoluto questo settore negli ultimi 20 anni?

“Non vogliamo essere riconosciuti per una particolare ‘calligrafia’ architettonica, ma per un design iconico e duraturo: la longevità estetica abbinata alla durabilità tecnica. Cerchiamo di realizzare tutti i progetti seguendo la filosofia dei tre zeri, ovvero: zero chilometri, vicinanza dei materiali da costruzione e competenze locali; zero CO2, gestione dell’energia e minori emissioni di CO2; zero rifiuti, gestione del ciclo di vita dell’edificio, come costruirlo e come rimuoverlo.

Photo credits copertina: Nacho Alegre

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