Stando alla definizione del vocabolario, affinché un’immagine possa essere definita ‘illustrazione’, basterebbe che essa sia affiancata a un testo, narrativo o didascalico, rendendone immediatamente percepibili le tematiche e gli aspetti più nascosti, dando contemporaneamente valore estetico alla pagina stampata. L’illustrazione sarebbe, dunque, solamente un’immagine in cui un racconto diviene più chiaro e appetibile.
Ma si tratta davvero solo di questo? Di un corredo? Ne abbiamo parlato con Tiziano Lettieri, giovane graphic designer e illustratore di talento.
Tiziano, ti confesso che quando guardo una illustrazione poi chiudo gli occhi e immagino un mondo diverso. Quando è nata questa passione per l’illustrazione e come si è manifestata? Raccontaci i tuoi inizi.
La tua reazione di fronte a un’illustrazione non è affatto sbagliata, anzi ho sempre sostenuto che la missione di un illustratore sia quella di raccontare qualcosa con una singola immagine e quel qualcosa deve arrivare pienamente all’osservatore ed è stato proprio questo a far nascere la mia passione per l’illustrazione, perché la trovo una sorta di sfida. È da più o meno un anno che mi sono avvicinato a questo campo, prima ero molto più dedito al graphic design ma in questo campo vedevo principalmente una ricerca del visivamente bello e sentivo come se mancasse qualcosa, e quel qualcosa era appunto il voler raccontare storie ed emozioni. Un’altra cosa che mi sono accorto mancarmi molto era quel rapporto che avevo perso, e poi recuperato, con carta e matita, adesso non saprei più farne a meno. Tutte queste mancanze mi hanno spinto a scoprire e voler far parte sempre di più del mondo dell’illustrazione.
Hai qualche fonte di ispirazione o qualche artista a cui far riferimento?
Certamente. Amo tantissimo le avanguardie artistiche del ‘900, specialmente i futuristi italiani e più di tutti Giacomo Balla. Nel campo illustrativo odierno, chi mi ha influenzato tanto sullo stile e sul pensiero sono figure come Frank Espinosa, Matteo Berton, Sebastien Plassard e moltissimi altri ma soprattutto Riccardo Guasco, un illustratore italiano che ho scoperto da poco e con cui vedo alcune similitudini per quanto riguarda il tratto del disegno. Guasco per me è un idolo, vedo ogni sua illustrazione come arte pura.
Quello dell’editoria è un mondo in profonda trasformazione, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Com’è cambiato il ruolo dell’illustratore negli ultimi anni?
Ho notato tantissimo, specie nel mondo dell’editoria, una forte rivalutazione in senso positivo del ruolo dell’illustrazione negli ultimi anni. Oggi sono tantissime le testate giornalistiche e le case editrici che prediligono le illustrazioni come un prezioso valore aggiunto del contenuto. Forse proprio perché tramite i social e i canali di comunicazione digitali è necessario essere diretti e catturare l’attenzione con un’immagine e l’illustratore è un esperto nel fare ciò.
Quali sono le doti indispensabili che bisogna possedere per diventare un buon professionista nel campo dell’illustrazione e come si può fare per metterle in pratica al meglio?
Questa domanda me la pongo in continuazione, anche perché non mi sento ancora un professionista in questo campo. Mi spiego meglio, credo che un illustratore professionista abbia molti più anni di esperienza alle spalle di quanti ne abbia io oggi, e soprattutto che una figura del genere sia riuscita a fare della sua passione il suo lavoro. Ma sicuramente alcune doti che bisogna acquisire le ho imparate già a riconoscere e credo siano di due tipi. Le prime sono quelle che consentono il miglioramento personale e sono sicuramente costanza e dedizione. Il secondo tipo rientra per lo più nell’aspetto lavorativo ed è quella che ti permette di diventare effettivamente un professionista, come è il sapersi vendere, ovvero il saper portare il proprio lavoro sotto gli occhi di più persone perché altrimenti l’obiettivo dell’illustratore resterebbe raggiunto a metà.
Cosa ti ha fatto innamorare dell’illustrazione?
Come ho già accennato, per me illustrare vuol dire raccontare e trasmettere qualcosa con una singola immagine. È questo uno dei due aspetti che mi ha fatto innamorare dell’illustrazione, perché l’ho sempre visto come una sfida, un continuo mettersi alla prova, che a volte può essere sfiancante o meno, ma in qualche modo non fa mai morire quel fuoco che ti spinge a provare e riprovare più e più volte fino a quando non si è soddisfatti del risultato raggiunto. Il secondo aspetto sta nel fatto che il processo di creazione è qualcosa di molto intimo e l’illustrazione finita è totalmente l’opposto proprio perché deve passare sotto gli occhi di più persone, ma è come se creasse un legame con chi la guarda perché il suo fine è quello di suscitare qualcosa di altrettanto intimo per lo spettatore.
La creatività per te è una scintilla d’intuizione o un processo lento e graduale?
La maggior parte delle volte è un processo lento e graduale che muta in continuazione in corso d’opera. Mi è capitato raramente che l’idea iniziale arrivasse così come è nata ad essere illustrata. Spesso parto da qualcosa che è appunto una scintilla di intuizione e pian piano prende forma mentre stendo delle bozze o anche mentre sono in fase di realizzazione.
Qual è la fonte di energia principale per fare l’illustratore secondo te, oltre alla passione?
Credo sia più di una. Sicuramente ritengo la curiosità una fonte necessaria in tutti gli aspetti della vita, non solo nel campo illustrativo, perché ci permette di apprendere sempre nuove nozioni che magari possono tornarci utili quando meno ce lo aspettiamo, come influenza stilistica o meglio ancora come parte integrante dell’illustrazione stessa. Altre fonti di energia che credo debbano essere delle costanti sono la ricerca del confronto e la voglia di crescita continua. Il confronto penso sia fondamentale per allargare sempre di più gli orizzonti e di conseguenza avere nuove idee, nuovi pensieri e far nascere anche belle amicizie. La voglia di crescere invece, ci permette di migliorarci in continuazione e di fare sempre qualche scalino in più così da essere sempre in moto.