GIAN PAOLO GUERRA design lifestyle intervista

a cura di Raffaella Fasano

Gli antichi romani chiamavano “genius loci” l’anima dei luoghi. Restituire agli ambienti leggerezza e sobrietà, liberarli da opulenza e sottrarre ai luoghi stessi tutto ciò che toglie respiro, vitalità, luce. Una concezione animistica e non minimalista che restituisce agli spazi carattere, identità ed eleganza Gian Paolo Guerra nato a Benevento nel 1973, dopo essersi laureato in Giurisprudenza, si trasferisce a Roma dove si diploma in interior design.
Segue da anni progetti di ristrutturazioni di lamie, masserie, trulli in Puglia trasformandole in residenze private e alberghi. Il suo stile è ormai riconoscibile nei suoi innumerevoli progetti di ristrutturazione di appartamenti, ville e dimore di charme in tutta Italia.

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La filosofia progettuale in un concetto…
La mia filosofia progettuale si riassume nel famoso “less is more” di Mies van der Rohe sempre attuale. Mi piace lavorare per “sottrazione” così come per “mimetismo/contrasto”. Essenzialità, pulizia di segno e qualche tocco di “decor” la fanno da padrone nei miei lavori.

“Un oscar alla grande bellezza” . Cosa è per te bellezza?
Pur vivendo nella capitale da quasi vent’anni, non amo l’opulenza capitolina così come quell’atmosfera “da circo” che si respira in certi ambienti. La bellezza, per me, e l’eleganza che è un concetto indissolubile rispetto al primo, stanno nella semplicità, nella sobrietà, nella discrezione.

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Da cosa trai ispirazione per le tue creazioni e progettazioni?
Mi sento più vicino al mondo della decorazione d’interni parigina che al minimalismo alla milanese. Trovo ispirazione nelle atmosfere degli interni francesi che miscelo col rigore geometrico ed un tocco mediterraneo. Basti pensare al mio rapporto con la Puglia…

Come si coniuga la funzionalità alla bellezza in una progettazione?
Credo sia, da sempre, il cruccio di chi si occupa di interni e/o Architettura. A volte, lo ammetto, noi addetti al settore tendiamo a sacrificare un po’ la funzionalità in favore dell’estetica. A mio avviso, basta non esagerare…un professionista deve saper dosare entrambe.

Must to have! Cosa ci deve essere in una progettazione?
Il rispetto delle esigenze e/o richieste della committenza. Preciso sempre a chi si rivolge a me professionalmente di non avere alcuna remora nell’esprimersi e fare richieste; spesso bisogna interpretare ciò che i clienti vogliono e magari coniugarlo con la propria area di gusto personale e/o sensibilità estetica.

Qual è, a tuo parere, il futuro del design?
Auspico il meglio per il design “made in Italy”, da sempre in prima linea e sotto i riflettori del mondo (credo che anche la Spagna si stia orientando bene in tal senso). Non è di certo un caso che la creatività italiana sia ben vendibile anche all’estero, il Salone del Mobile di Milano continua ad essere la fiera di riferimento mondiale per gli addetti al settore. Sobrietà, unita ad eleganza, visibili nella Capsule collection “CRATOS”. Si tratta di anfore, idrie e crateri, ideati per CNF (Ceramiche Nicola Fasano di Grottaglie) bottega storica italiana premiata e riconosciuta in tutto il mondo.

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A cosa si ispira la collezione nelle forme e scelte cromatiche?
Si ispira all’antica Grecia tarantina e la reinterpreta in chiave contemporanea, semplificandola da ogni decorazione ed incisione come in origine. Si reinventa nei colori, andando a recuperare il decor cromatico dei portoni parigini (glicine, prugna, blu di prussia, avion), abbinati a grigio, fango, giallo e ginestra. Sono proprio queste forme classiche, abbinate a colori smaltati e brillanti, senza decorazioni, a renderle creazioni uniche nel loro genere e facilmente collocabili… per tutti gli amanti della ceramica.

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