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L’arte è sorprendente, perchè sboccia proprio quando non te l’aspetti, spesso in momenti di grande riflessione e solitudine, ispirato, nel silenzio dell’anima, da un immaginario che ha il valore prezioso di un ricordo. Un ricordo legato alla tua terra d’origine.

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È ciò che è accaduto a Luigi Capuano, giovane designer nato in un paesino in provincia di Napoli, Monte di Procida, che conta poco più di 12.600 anime, e che in un tempo lontanissimo è stato la terrazza dei Campi Flegrei e un villaggio dell’antica città di Cuma. Sì, quella Cuma, dove da antri scavati nella roccia dalla natura, si narra che un’antica sibilla, sacerdotessa di Apollo, trascriveva in esametri i suoi vaticini su foglie di palma.
E dai pendii scoscesi e irregolari del promontorio che domina il Golfo di Napoli, che Luigi Capuano, nei suoi ricordi di ragazzo che restava ad ammirare il paesaggio incantato, ha trovato l’ispirazione per disegnare e progettare ‘Misè’, il puff- poltrona dei Campi Flegrei, omaggio alla sua terra natale. Un’occasione per far rivivere in un oggetto della quotidianità degli spazi, una terra ricca ricca di vitalità e suggestioni.
“Il nome Misè ricorda proprio quel promontorio – racconta Luigi Capuano – ma il gioco di parole richiama anche la “mise”, perché questa poltrona, come un abito, celebra le forme, accarezza i pendii e ne valorizza la sinuosità esaltando la bellezza del luogo che nel tempo ha incantato naviganti e ha ispirato poeti, miti e leggende”.
La sua struttura rigida in legno presenta il corpo interamente ammantato di spugna. Il tessuto di rivestimento è il velluto che racconta, con il suo effetto morbidezza alla vista e al tatto e con le sfumature della trama, le irregolarità del promontorio roccioso, conferendo eleganza alla seduta che si presta d arredare gli spazi non solo di un appartamento esclusivo, ma anche un ristorante o la hall e le camere di un albergo o uno studio. Il colore scelto per l’edizione ‘zero’ è il verde acquamarina che, come ha raccontato lo stesso Capuano, “è il colore delle sfumature del mare della mia terra”. “Il progetto – prosegue – nasce dal grande amore per il posto in cui sono nato, un oggetto che ne richiama le forme e che per me è l’espressione di un senso di appartenenza ad un luogo che è casa e continua ispirazione”.

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