Inaugurata la mostra “Luigi Ghirri, il paesaggio dell’architettura”, a cura di Michele Nastasi, presso il Museo di Fotografia Contemporanea alla Triennale di Milano. La rassegna, in esposizione fino al 28 agosto 2018, è uno splendido omaggio all’artista scomparso prematuramente nel 1992, che ha saputo narrare in maniera impeccabile il connubio tra architettura e paesaggio.
Natura e opera dell’uomo
Il suo rapporto con l’architettura nasce nel 1983, quando Luigi Ghirri inizia a collaborare con la rivista Lotus International. Attraverso un’attività di studio e di ricerca durata un decennio, il fotografo emiliano dimostra come osservare e comprendere la realtà in reazione ai fenomeni e agli aspetti contraddittori dei paesaggi contemporanei. Questa sua concezione di un’architettura più libera è divenuta, in seguito, un vero e proprio culto per molti architetti e fotografi. A distanza di decenni, nell’attuale panorama paesaggistico urbano, la sua visione della realtà e di ciò che la costituisce ha assunto un valore ancora più profondo.
Durante la sua vita, Luigi Ghirri ha realizzato materiale fotografico sugli interventi dei singoli architetti e sulle esposizioni della Triennale di Milano. Ha curato inoltre grandi progetti editoriali, all’interno di Quaderni di Lotus International, come Paesaggio italiano (1989) e la sezione fotografica di Atlante Metropolitano (1991).
Luigi Ghirri, il Paseaggio dell’Architettura
La mostra è un’esposizione di circa 350 fotografie, tra stampe originali e immagini proiettate. Si possono ammirare anche alcuni scatti inediti, appartenenti all’archivio di Lotus e alla Triennale di Milano. Abbinata alla sezione fotografica, troviamo una selezione di pubblicazioni e altri materiali, che pongono l’accento sullo straordinario talento dell’artista in ambito editoriale e critico, da cui è scaturito il suo lavoro sull’architettura. La bellezza dei prodotti fotografici è accompagnata dalla perizia nell’organizzazione e nell’allestimento (Studio Calzoni Architetti), oltre che nella grafica (Pierluigi Cerri).
Un paesaggio dai confini sfumati
Un piccolo dislivello introduce la mostra, che ha come sfondo un paesaggio dai confini sfumati, le cui sezioni tematiche sono indicate da neon colorati. Gli alti piedistalli con le stampe sospese creano intimità tra il pubblico e le opere stesse. In un ulteriore spazio in penombra si alternano infine cinque proiezioni, che generano un effetto quanto mai immersivo.
L’ottimo lavoro fotografico svolto da Luigi Ghirri colloca l’artista fra i protagonisti più attivi della fotografia italiana, capace di promuovere una nuova visione della realtà.
Tutte le info sulla pagina ufficiale dell’esposizione.