a cura di Mirella Vitrani
Un’icona di lusso discreto e Made In Italy, ma con un appeal riconosciuto a livello internazionale. Una scelta di stile che nasce con l’applicazione ad allestimenti per auto, uffici, aerei, teatri e aule parlamentari. Quando si parla di Poltrona Frau si riconduce tutto questo ad una seduta che vanta la sapienza artigianale di un pellame lavorato ad arte, seguendo una tradizione di oltre novant’anni di storia e portando avanti obiettivi di innovazione, dalla nascita ad oggi.
In questa sintesi di tradizione e modernità, la Poltrona Frau prende il nome dal fondatore del primo laboratorio nel 1912 a Torino, Renzo Frau, che istituì la produzione di quello che oggi è un brand. Cinquant’anni dopo l’azienda si trasferisce a Tolentino, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Nazareno Gabrielli. Dal 1990 Franco Moschini ne diventa prima amministratore e in seguito proprietario.
Nel 2001 Poltrona Frau acquisisce la Gebrüder Thonet Vienna e il marchio Gufram. Nel 2004 acquisisce Cappellini e nel 2005 il controllo totale di Cassina, e con essa Alias. Un ritmo di sviluppo incalzante, ma anche un percorso fitto di premi importanti conquistati dal prodotto: Poltrona Frau, per esempio, nel 1999, si aggiudica il Compasso d’Oro.
Oggi è un colosso capace di impiegare circa mille dipendenti negli otto stabilimenti che compongono la struttura del gruppo, e di spendere annualmente in ricerca almeno 3 dei 275 milioni che compongono il suo attuale giro d’affari.
Punto di forza dell’azienda è anche la sua struttura commerciale attualmente basata su oltre 50 negozi monomarca e che esporta in 53 Paesi nel mondo. Merita assoluta fiducia in una tradizione che sa portare valore contemporaneo grazie alla sua attività nella ricerca. La sua pelle è brevettata e realizzata in tinte dalle 90 tonalità di colore e declinate in ben 179 gradazioni diverse. Oltre a questo, la scelta di tutti gli altri materiali e di realizzazione artigianale segue novant’anni di storia di una manualità raffinata.
Poltrona Frau
Vanity Fair: Il pezzo più iconico della produzione Frau
Tra i pezzi più simbolici della produzione Frau, vi è la Poltrona modello 904, poi detta Vanity Fair. Si contraddistingue per le sue forme bombate, una lunga fila di chiodi su schienale e braccioli, e naturalmente la mitica Pelle Frau, di tonalità rosso acceso. Vanity era realizzata artigianalmente allora come oggi, richiedendo ancora un lavoro che va dalle 4 alle 6 settimane.
A rendere unico questo artigianato di valore sono precise caratteristiche brevettate, a partire dallo scheletro della Vanity, che è in faggio stagionato, così come quello della collezione storica Frau. Allo scheletro fissano cinghie di iuta che intrecciandosi creano la base di molleggio. Poi sono fissate e legate e tirate a mano molle in acciaio posizionate su seduta, braccioli e schienale. Tali molle sono ricoperte da tela di canapa prima di passare alla fase di imbottitura.
Alla seduta è destinato un pannello di crine vulcanizzato che conferisce rigidità, mentre braccioli e schienale sono imbottiti con crine vegetale. La forma tondeggiante dello schienale è conferita dal sapiente lavoro degli esperti artigiani.
La pelle oggi è tagliata a mano oppure con una macchina al laser, poi le varie parti sono cucite a mano con l’aiuto di macchine da cucire. La lavorazione della pelle Frau è talmente affascinante da meritare approfondimenti ai quali gli esperti non possono rinunciare. La pelle viene posizionata dopo il crine e un telo di cotone, utilizzato per evitare irregolarità al tatto. In ultima fase vi è poi il fissaggio e la cura di tutti i dettagli come cuscini e chiodini. Non termina qui il processo di lavorazione: una volta ultimata, una poltrona Frau richiede il superamento di severi test di controllo qualità. È questo il momento in cui si imprime a fuoco il marchio Poltrona Frau sul retro di ogni
pezzo, e viene posta una targhetta in oro.
Il valore di questo pezzo sta quindi indiscutibilmente anche nella concreta lavorazione dell’elemento, oltre che nel suo significato iconico. A noi non resta che ammirarla, apprezzarla e rassicuraci del fatto che, con il tempo, un pezzo Frau possa essere ancora oggi restaurato negli stabilimenti di Tolentino, con l’eventuale sostituzione di alcuni elementi.