Originario del Venezuela, Pablo Pardo respira arte e creatività da sempre. Nasce infatti in una famiglia di designers e si forma nel settore design industriale, per poi aprire lo Studio Pablo Designs a San Francisco nel 1993, specializzandosi nel lighting design.
Dai suoi primi progetti acclamati, come la Sophie Lamp e la Piccola Lamp (presentata durante la NY International Furniture Fair) i disegni di Pablo Pardo sono cresciuti in quanto a sofisticazione tecnica, senza perdere la loro forma pura, il design minimale e le suggestioni poetiche, soprattutto l’approccio umanistico.
La lampada Piccola ha rappresentato in particolar modo il punto di partenza di un viaggio che dura da 25 anni, ispirato a una filosofia i cui punti cardine sono la semplicità e l’interazione dinamica tra le persone e l’oggetto.
“Lo studio nasce dalla volontà di dare vita a una forma d’illuminazione capace di differenziarsi e ad accessori per la casa con un approccio più umanocentrico”.
Fra i suoi progetti anche la lampada cornice Contour, una finestra sull’ambiente domestico disponibile in una grande varietà di finiture personalizzabili; Uma, lampada portatile che è al tempo stesso audio speaker e può essere collocata sia in spazi indoor che outdoor; la collezione Circa, dotata di sistema plug & play e composta da un disco piano con illuminazione LED, permette infinite possibilità di regolazione; la linea Bola è costituita da eleganti lampade a sospensione, in cui la perfezione del disco
in alluminio finemente lucidato o in morbida lana, si unisce all’armonia della sfera in vetro soffiato opale.
E ancora: Brazo, lampada da lavoro dalle alte performance energetiche; Solis, morbida ed elegante, con inserti di tessuto e, per finire, la lampada compatta Pixo, ultra leggera e con porta USB integrata.
Tutte e info sull’artista e designer visitando il sito ufficiale pablodesigns.com
Intervista a Pablo Pardo – per leggere l’articolo completo scarica il numero di febbraio del magazine, clicca qui
D.L.: “Less is more” rappresenta la tua filosofia e quella del tuo team. Da cosa è motivata?
P.: Sono affascinato dal processo del design, dal modo in cui la performance, quindi l’uso stesso di un prodotto, può influenzare la forma degli oggetti. Mi interessa scavare sotto i tanti strati per arrivare all’essenza, all’idea, e rivelare lo scopo che è base e ragion d’essere di un prodotto. Il buon design può essere razionalizzato, deve raggiungere la giusta armonia tra forma e scopo, ambiente e persone. Questo è lo stesso modo in cui opera la natura, e dalle sue lezioni possiamo sempre trarre ispirazione.
D.L.: Come può essere definito lo stile di studio?
P.: Personalmente non descrivo il nostro lavoro in termini di stile, preferisco descriverlo piuttosto in termini di scopo. Il nostro obiettivo è creare prodotti “umanocentrici”: la luce in se stessa rappresenta un elemento così forte che l’oggetto dovrebbe essere semplicemente un mezzo per diffonderla, ma serve farlo in un modo molto specifico.
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