Architetto, designer e artista: una distinzione che non piace a Nicola Strippoli, in arte Tarshito, uomo dalla visione “olistica” dell’arte.
Nominato dalla Triennale di Milano, in occasione della dell’Italian Design Day, ambasciatore del Design italiano nel mondo insieme ad altri 100 “ambasciatori” in altrettanti Paesi, Tarshito porta con sé il suo percorso artistico lungo 40 anni. Una sequenza di itinerari progettuali in grado di esplorare i valori universali dell’essere umano attraverso un codice rappresentativo dalle mille sfaccettature, che vanno dal disegno alla scultura, dall’installazione alla pittura, il tutto attraverso una riflessione filosofica sulla vita, in piena armonia con il mondo.
L’essenza del progetto creativo
Il suo concetto di arte spirituale si materializza in una produzione policroma e multiforme, che sintetizza armonicamente pulsioni e sensazioni ancestrali, amalgamando elementi concettuali semplici e naturali e diventando espressione di una tensione alla bellezza e all’amore universale.
La consapevolezza dell’essere hic et nunc (“qui e ora”) abbraccia l’essenza stessa di un processo creativo che nasce da un’ispirazione divina, panica, ma soprattutto accogliente e ricettiva.
Le sue opere raccontano una personalissima riflessione e osservazione della vita e dell’uomo, vissuta come un viaggio profondo e attento nel vero senso dell’esistenza. Tarshito sorvola con leggerezza la complessità e sublima nella materia concetti più profondi. La natura nomade dell’artista attiva la ricerca di un significato delle cose, un’energia contagiante di cui l’arte si fa rappresentazione estetica, in un continuo confronto diretto con chi osserva e interagisce con l’opera. L’arte diventa design e il design si fa arte, una simbiosi impossibile da scindere. Un codice ineffabile che nasce da dentro, da una spiritualità elevata, sensibile, vitale, protesa al divino.
