Marco Rateni

Un’idea unica nel suo genere quella realizzata da Marco Rateni, giovane progettista e realizzatore di giardini artistici.

My Rock Landart: giardini… Rock!

Tutto nasce dall’unione delle sue passioni: la letteratura fantasy, la musica Rock e i viaggi in giro per il mondo. Da qui deriva il progetto My Rock landart, che l’autore stesso ama definire “una fusione multisensoriale tra giardino e cultura Rock”.
L’obiettivo è quello di collegare l’elemento naturale, il suo beneficiario e la musica. Come? Realizzando spazi verdi che riproducono famosissime cover di album.
Dalla rotatoria in onore di Adrenalize dei Def Leppard a Campobasso, all’opera ispirata a The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd, realizzata a Villa Erba, Cernobbio (CO).

Per i suoi progetti utilizza le naturali fioriture stagionali delle piante, così da ottenere una policromia di tinte, pietre dalla sfumature speciali e illuminazione a led. A impreziosire le sue opere contribuiscono dei QR-Code posizionati all’intero delle aree, scansionabili con l’app MR Landart, che riproducono i brani dell’album che ha ispirato il giardino. Capolavori artistici che spesso regalano alle comunità luoghi magici di condivisione, dove trascorrere il tempo libero immersi nella natura, con la musica di brani che hanno fatto la storia come sottofondo.


Intervista a Marco Rateni

D.L.: Raccontaci il tuo progetto.

M.R..: Mi chiamo Marco Rateni, ho 28 anni e sono laureato in Architettura. Sono cresciuto con i lavori dell’impresa di costruzioni di famiglia e tra le campagne ed i terreni che continuiamo a coltivare con passione. Dopo un’esperienza con una compagnia di giardinaggio, ho deciso di creare un nuovo modo di concepire le aree verdi. Cosi mi sono messo a disegnare e realizzare giardini artistici ispirati dalle copertine degli album musicali. Nel mese di Maggio del 2017, ho preso in gestione una rotatoria fatiscente del comune di Campobasso di circa 300 mq e vi ho disegnato sopra la copertina “Adrenalize” dei Def Leppard, utilizzando i materiali naturali a mia disposizione. Poi ho battezzato quest’idea con la sigla MR landart, che sta per My Rock landart, per sottolineare la fusione multisensoriale tra cultura Rock ed architettura del paesaggio. Nel mese di Settembre ho preso parte ad Orticolario 2017 ( edizione con più di 25.000 visitatori ), dove ho costruito un’opera basata sul capolavoro dei Pink Floyd: The dark side of the moon. In questa ogni elemento era un’analogia dell’album: i ciottoli Nero Ebano e le piante di Ajuga Reptans dovevano richiamare allo sfondo nero della copertina; un effetto di luci led e faretti della ditta Platek, ricreavano il raggio di luce entrante nel prisma, una struttura in legno e polietilene e per finire, diverse piante costituivano l’arcobaleno di colori del raggio disperso. Con l’ausilio di due informatici, Giordano Cardillo e Carlo Branca, abbiamo creato un sito del progetto (www.mrlandart.com) ed un’APP android: MR landart, per scansionare i codici presenti all’interno delle aree e venire automaticamente reindirizzati alla musica che ne ha influenzato la composizione.

D.L.: Cosa ha ispirato questa tua idea così originale?

M.R.: Nel corso degli anni ho partecipato a centinaia di concerti nei luoghi più disparati: dai grandi festival mondiali ai piccoli club provinciali. Le emozioni e le esperienze vissute e collezionate sono la mia fonte di ispirazione. Durante il mio percorso universitario iniziai a fare alcuni tentativi per coniugare musica ed architettura. Per il corso di design, progettai un living mobile destinato agli artisti, la cui conformazione spaziale cambiava in base all’esigenza dell’usufruitore, chiamandolo MAN IN THE BOX, come l’omonima canzone degli Alice in chains. Nel 2012 per il mio secondo esame di design proposi un arredo urbano per ascoltare la musica alimentato da un pannello fotovoltaico e cosi via con altri esperimenti, fino ad arrivare agli inizi del 2017. Nel mese di Gennaio, mi capitò tra le mani, per puro caso il bando di concorso “Spazi Creativi” per la manifestazione sul giardinaggio evoluto Orticolario, che ogni anno mette a disposizione il magnifico contesto di Villa Erba di Cernobbio (Co) per amanti e specialisti del settore. Per potervi partecipare, era necessario presentare un progetto di giardino interpretando come tema “la Luna”. Non ci pensai sù a lungo perché mi venne spontaneo prendere come riferimento il capolavoro dei Pink Floyd: The dark side of the moon. Consegnai il progetto e la sera uscii con un’amica che era appena rientrata da Londra. Questa mi diede una cartolina, dove sopra vi era la raffigurazione del celebre prisma della copertina dell’album sopraccitato. Poche settimane dopo uscirono gli esiti del concorso che vinsi. La sigla “MR landart” invece deriva da un cartello stradale che mi ritrovai dinanzi, dopo una giornata di pedalata nel Brandywine state park di Wilmington, con su scritto “Rockland Road”, ma questa è un’altra storia…

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Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale dell’artista.

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