L’amore, si sa, può assumere forme diversissime e meravigliose.
Lo sanno bene anche Gianni Veneziano (architetto, artista e designer) e Luciana Di Virgilio (designer), compagni e genitori, che dell’amore hanno fatto la loro ragione di vita, professionale e personale.
Il loro ultimo lavoro prende il nome di Rigacuore, il nuovo formato di pasta progettato per l’azienda La Molisana. Un maccherone che nella forma riprende quella di un cuore, solcato da piccole insenature che trattengono i buoni sapori di una cucina che parla di sentimenti autentici.
Come quelli della nonna di Gianni, nonna Nina, 93 anni, pugliese, che ha provato a cucinare i rigacuori nella classica “pasta al forno” della domenica, raccogliendo intorno a una tavola gustosa e colorata, i racconti e gli abbracci di una famiglia che si riunisce.
«Con i nostri progetti vogliamo raccontare storie d’amore”. Basta questa frase di Luciana a farci capire la portata di un progetto, che è tanto semplice quanto essenziale. “Io e Gianni – prosegue – ci siamo chiesti come raggiungere centinaia, migliaia, milioni di persone, entrando davvero nelle loro case, nel modo più democratico e sostenibile possibile. Dopotutto l’uomo non smetterà mai di mangiare, così come non smetterà di progettare. Secondo Enzo Mari la pulsione al progetto è uno dei bisogni fondamentali dell’uomo, uguale a quello della fame, cioè della sopravvivenza dell’individuo».
Nel 2021, l’incontro con La Molisana, ed è così che è nato Rigacuore, un nuovo formato di pasta, frutto di una storia d’amore nata attorno a un tavolo da disegno (o forse è più giusto dire da pranzo!). Rigacuore riprende una forma simbolica e ancestrale che ha già caratterizzato precedenti progetti nella produzione, tra arte e design, di Gianni Veneziano, che ne ha così fatto oggetto di sperimentazione negli anni. Rigacuore – è spiegato in una nota de La Molisana – rappresenta in sintesi l’amore dell’azienda per i temi della sostenibilità e fa da apripista ad un nuovo corso del brand che nel 2021 pubblicherà il primo Sustainability report.
Lo storico pastificio di Campobasso cambia anche abito e si ‘veste’ di un nuovo pack interamente riciclabile nella carta. Carta che proviene da foreste gestite in maniera responsabile e certificate Forest Stewardship Council (Fsc).
Come nasce Rigacuore e qual è la storia che racconta?
Nella forma del cuore si riconosce il mondo intero sin dal 1200, è una simbologia universale che Gianni Veneziano ha usato negli anni facendone forma e oggetto di sperimentazione tra arte e design fino ad arrivare all’iconico sgabello One Love, disegnato da me e Gianni nel 2015 per Riva1920, protagonista tra le varie alle Olimpiadi di Pyeongchang. A febbraio, in occasione di San Valentino, il nostro studio progetta per La Molisana una pubblicità con una grafica che riprende due cuori di pasta e la frase “Innamoratevi, ogni giorno”. Una frase semplice che porta a riflettere su cosa conta davvero, soprattutto alla luce dell’ultimo periodo che il mondo intero ha vissuto e sta ancora attraversando. Tra le certezze vi è quella che l’uomo non smetterà mai di mangiare, così come non smetterà di progettare e di amare. Da quella pubblicità, apparsa tra le altre a tutta pagina sul Corriere della Sera, oltre che sui canali social dell’azienda, si è innescata una inaspettata partecipazione da parte del pubblico e dei consumatori de La Molisana che insistentemente chiedevano se il formato esistesse già, dove fosse possibile acquistare e così via. C’è stata una vera e propria spinta dal basso che La Molisana ha saputo cogliere portando così avanti la nostra proposta di progetto di un nuovo formato di pasta, che veniva appunto anticipata in quella Adv. Rigacuore, proprio come tutte le storie speciali, nasce da ingredienti semplici che in questo caso identificherei in visione progettuale ed imprenditoriale, design ed eccellenza delle materie prime, ed è tra i progetti più democratici di sempre perché, a circa un euro per pacco, entra nelle case di tutti, senza differenziazione sociale di alcun tipo dimostrando che concretamente il design può essere parte della vita di tutti.
Design, Food e sentimenti: come si sposano questi concetti e quali sono le potenzialità che possono esprimere?
Se pensiamo alla pasta sappiamo che è un tema in cui pochissimi architetti e designer sono riusciti a cimentarsi. Le forme della pasta affondano le radici nelle tradizioni popolari, che sono evidentemente nel nostro dna pugliese. Ed é nella nostra pratica progettuale l’essere da sempre interessati a preservare quella che io chiamo “archeologia dei sentimenti”, in un dialogo attivo con la contemporaneità. Per noi design, food e sentimenti sono accomunati da un unico denominatore: la bellezza. Quella bellezza che identificherei nelle potenzialità (spesso inespresse) del nostro territorio. Un territorio, se pensiamo ad esempio alla Puglia, che dovrebbe puntare su un nuovo paradigma culturale “del prendersi cura”, declinandolo nell’Ospitalità, nell’Artigianato e nell’Agricoltura. Questa pandemia ci ha fatto riflettere molto su tante condizioni legate al lavoro ma non basta dire “vado a vivere fuori città”, occorre pianificare e progettare facendo forza sulla leva strategica del design, e della cultura più in generale, per ricostruire un nuovo tessuto sociale. Credo sinceramente e fortemente in questo.
Perchè il Design è più che mai importante oggi?
Nove anni fa il comunicato stampa del mio progetto radiofonico, la rubrica Capital Design andata on air su Radio Capital, riportava “…Il design continua ancora oggi a tenere uniti gli italiani ed è più che mai presente nelle case di tutti e nelle vite di ogni giorno. Ecco perché certi oggetti sono indispensabili, sono da usare, conoscere ma soprattutto da amare. In nessuna casa manca una moka Bialetti, come fare il caffè la mattina senza il design?”. Sostengo tutt’ora fermamente quanto sopra riportato ed oggi aggiungerei, a quegli oggetti iconici che ho raccontato nelle puntate, Rigacuore: un “oggetto” indispensabile, da mangiare (meglio che da usare), conoscere e amare, come racconta il naming stesso.
Il prossimo progetto in cantiere?
Ho deciso sin da piccola che avrei “progettato”, forse perchè tutta questa vita non riesco a tenermela dentro. Dunque direi una vita in cantiere, ed è una delle tante cose che accomuna me e Gianni. Attualmente siamo in Salento dove stiamo seguendo dei progetti per privati e in ambito ricettivo e, mentre ti parlo, sono seduta all’ombra di un melograno in uno spazio che diverrà un hub culturale in cui puntiamo a far convergere i valori del territorio e dell’ospitalità facendo leva sull’arte, il design e il food. Un posto dove ci si possa ritrovare intorno a un tavolo a mangiare Rigacuori e a parlare di bellezza, senza confini di alcun tipo, in un’ottica che ho ribattezzato “da dentro al cucchiaio alla città” – parafrasando Rogers, per via del nostro ampissimo approccio al Progetto ma prima ancora alla Vita.
Ph: Roberto Lusito