Si definisce esperto in “percorsi di formazione”, grazie anche al suo ruolo di genitore di cinque figli. Inoltre, dato il suo percorso formativo, mai definizione fu più giusta: esperienze in grandi multinazionali, dopo la laurea, che lo hanno forgiato e portato ai vertici della Pininfarina S.p.A. (clicca qui), l’azienda che da 88 anni è tra le eccellenze italiane.
Una persona molto decisa l’ingegner Paolo Pininfarina, che fin da piccolo aveva ben chiari i suoi obiettivi e il suo futuro. Un’eccezione sicuramente, come lui stesso ammette, ma che lascia intuire la persona che è. Tanti progetti portati avanti che lo hanno reso orgoglioso, anche al di fuori del settore automotive, e uno sguardo sempre rivolto all’innovazione, per rendere la Pininfarina ancora protagonista come lo è ormai dal lontano 1930.
Dopo la laurea ha sostenuto uno stage negli Stati Uniti presso la Cadillac e uno in Giappone presso la Honda. Quanto l’hanno formata dal punto di vista manageriale queste esperienze in paesi completamente differenti dall’Italia?
“Sono entrato in azienda in un periodo fortunato di crescita. Ho iniziato uno stage nel dicembre 1982 visitando tutti i dipartimenti a partire dallo stile per passare alla progettazione, all’industrializzazione fino alle officine e poi agli enti centrali.
Alla fine dell’inverno la Pininfarina ho concluso un contratto di straordinaria importanza con la General Motors per lo sviluppo e la produzione del modello Cadillac Allanté. Alla fine di maggio sono partito per Detroit dove ho perfezionato il mio inglese e, nel mese di luglio, ho iniziato il mio primo lavoro entrando a far parte di un gruppo responsabile della qualità e affidabilità dei fornitori diventando poi il manager di questa attività che si svolgeva prevalentemente in Italia e in Germania.
Sono stato in Giappone per 4 settimane nel mese di ottobre e ho potuto conoscere bene l’avanguardia del processo produttivo Honda con il sistema di approvvigionamento ‘just in time’, che per il contesto italiano era allora rivoluzionario.
Credo che la mia esperienza in Giappone sia stata utile a sviluppare in Pininfarina un processo produttivo avanzato e allineato alle best practices internazionali“.
Qual è la tipologia di prodotto sul quale le piace più lavorare?
“In 35 anni di lavoro in Azienda mi sono appassionato a tantissimi progetti ma quelli che mi hanno coinvolto di più sono quelli che definirei ‘i primi nella loro categoria’.
Ne cito tre al di fuori dell’automobile: la cucina Snaidero nel 1990, lo Juventus Stadium nel 2011 e la Torre ‘Cyrela by Pininfarina’, inaugurata quest’anno.
Attualmente sono impegnato nello sviluppo del design del prototipo di Hypercar elettrica PF0 che Automobili Pininfarina presenterà a Ginevra a marzo 2019 sulla base dello stile che stiamo attualmente finalizzando in Pininfarina e questo è il progetto che mi appassiona di più“.
Qual è il successo raggiunto con la Pininfarina S.p.a che più la inorgoglisce?
“Quando nel dicembre del 2015 abbiamo concluso l’accordo di investimento con il Gruppo Mahindra mi sono sentito veramente orgoglioso nonché felice di essere riuscito, insieme con il management, ad attirare un’azienda internazionale così importante.
Grazie al sostegno dell’investitore oggi l’azienda è solida, cresce ed è tornata ad assumere; ha mantenuto la sua eccellenza, la sua identità e il suo radicamento sul territorio e tutto questo mi rende fiero di esserne il Presidente“.
Ai giovani italiani che vogliono intraprendere la sua stessa carriera che consiglio sente di dare?
“Come padre di 5 figli mi considero abbastanza esperto in ‘percorsi di formazione’.
Penso che fino a 15 anni sia logico e anche giusto essere incerti sul proprio futuro anche se io mi sento un po’ un’eccezione quando penso che dalla nascita non c’è stato un momento in cui non ho desiderato lavorare in Pininfarina…..
Comunque il periodo tra i 16 e i 18 è critico e cruciale: i giovani devono conoscere le realtà che li attraggono attraverso l’apprendistato in modo da maturare delle scelte chiare e coerenti per non perdere tempo cambiando percorso negli anni successivi. I programmi di tirocinio e di alternanza scuola lavoro sono strategici e devono essere implementati a tutti i livelli.
Altri consigli: l’inglese, la disponibilità a viaggiare ed anche a trasferirsi, il rispetto del lavoro di gruppo e, su tutti, la perseveranza. Mai esaltarsi nei momenti positivi e mai abbattersi nelle difficoltà“.
In che maniera crede si evolverà il settore automotive nei prossimi 10 anni?
“Gli anni Venti vedranno lo sviluppo di quattro rivoluzioni in contemporanea nel mondo dell’automobile: i veicoli saranno sempre più connessi, autonomi, condivisi ed elettrificati. Una opportunità straordinaria per giovani designers, tecnici ed ingegneri.
La Pininfarina vuole essere protagonista in questo periodo di straordinaria innovazione“.
Dal punto di vista manageriale, quali novità vorrebbe apportare alla Pinifarina S.p.A.?
“Dal 2008 la nostra Azienda ha una gestione molto condivisa sia a livello di governance che di Comitato Direttivo. Dal 2009 il nostro Amministratore Delegato è Silvio Pietro Angori: è lui responsabile di definire ed implementare le scelte manageriali dell’Azienda.
Io mi sento il tutore della nostra storia di 88 anni ed anche della nostra identità aziendale sia in termini di stile che di scelte etiche e comportamentali. Mi sento certamente primo attore nella definizione di una visione aziendale, ma siccome sono un appassionato della gestione collegiale penso che una buona scelta sarebbe la creazione di un comitato strategico“.