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a cura di Simona Sabato

Un attico, in un palazzo del 700 nel centro storico di Padova a pochi passi dalla chiesa degli Eremitani e dalla Cappella degli Scrovegni.
Un rifugio di pace familiare in un ambiente dinamico, che ha preso vita grazie al lavoro dell’architetto Giuseppe Tortato, che ha rotto gli schemi e sorpreso con nuovi volumi di vetro e di verde, sfruttando le doppie altezze e i dislivelli di un attico “verticale”, frutto dell’unione di spazi nati in tempi diversi e uniti in modo raffazzonato.
L’attico, sviluppato su tre livelli, si presentava parzialmente mutilato del suo fascino potenziale a causa di una sommaria ristrutturazione avvenuta negli anni ottanta, ma nello stesso tempo dalla forte potenzialità per i suoi ambienti interessanti, ma disgregati tra loro.

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Lo Studio Giuseppe Tortato Architetti ha dato all’appartamento una visione d’insieme, un’identità, un’emozione, esaltando le strutture in legno esistenti. Ha riportato la luce all’interno degli ambienti, creando ordine dal caos con un nuovo “racconto” che dall’ingresso conduce in cucina con un insieme di volumi e di pedane “sospese” che amplificano le potenzialità delle doppie altezze e dei dislivelli originari.
A dominare sono poi i colori e i materiali naturali: il parquet nero con finitura taglio sega, i muri intonacati color sabbia con argilla naturale. Il verde entra nell’ingresso, con un albero che sale fino al tetto prendendo luce dal nuovo lucernario in copertura, e accanto trova posto il pianoforte; lo studio si affaccia nel soggiorno come un gioiello discreto, una teca di vetro la “la casa sull’albero” del papà incastonata nella parete originaria, aggettante e sospesa verso il pianoforte ed il camino, che consente al genitore dal suo interno di godersi le proprie bambine magari intente a giocare in sala; salendo su una pedana sospesa ci si ritrova nell’angolo del camino, incorniciato da un divano “passante”, posto al centro della stanza, rivolto sia verso l’antico focolare, sia verso il nuovo monolite, sul lato opposto, che contiene la tv e il cuore tecnologico che gestisce tutti gli impianti della casa.

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Un’ultima grande pedana contiene la zona pranzo, su cui si apre la cucina, separata e al tempo stesso unita a questa da una grande parete vetrata: la luce dei due ambienti si compenetra amplificando gli spazi valorizzati dal legno naturale del soffitto e dal colore degli intonaci, ispirati al colore delle terre e pensati con Matteo Brioni.
Sulla sinistra una scala nascosta sale verso la zona notte mansardata: un piccolo balcone, aggettante si apre sullo spazio a doppia altezza del soggiorno, “Il terrazzino del te”, con parapetti vetrati, che mette in collegamento visivo il piano superiore con la “piazza”, un luogo pensato per il relax, per leggere ed ascoltare musica, ma anche per intrattenere gli ospiti in occasione di un evento speciale.
Una casa che abbraccia chi la vive e chi ospita, che sorprende e che emoziona, calda come la terra e la luce che riesce sempre a catturare.

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